IL CASO EMBLEMATICO: LE ISTITUZIONI PENITENZIALI
IL CASO EMBLEMATICO: LE ISTITUZIONI PENITENZIARIE
L'evoluzione delle istituzioni penitenziaria, rappresenta un'ottica privilegiata da cui cogliere ei tratti tipici di ogni istituzione:
1.luogo: ogni comunità decide di sanzionare i comportamenti non conformi alle norme socialmente condivise
2.luogo: la molteplicità di scopi sociali di cui la collettività investe le istituzioni penitenziarie
3.luogo: in età moderna hanno assunto una fisionomia = quella di "strutture" sociali che coinvolgono, a titolo diverso, una pluralità di figure con ruoli definiti con regole ben precise
DAL SUPPLIZIO ALLA SORVEGLIANZA
si è soliti sanzionare chi ha messo un reato.
Perché nascesse il concetto moderno di prigione era necessario
da un lato un ripensamento del significato della pena, dall'altro, la
diffusione a livello sociale di una nuova sensibilità. Ciò che avvenne la
cultura europea a partire dal diciottesimo secolo invocarono la necessità di un
diritto penale più razionale umanitario. Parallelamente a questo si affermò
quel processo di affinamento dei costumi e dei comportamenti che il sociologo
tedesco Norbert Elias definisce Zivilisation e che dai ceti socialmente più
elevati si espanse gradualmente a strati sempre più ampi di popolazione.
Negli Stati Uniti per iniziativa dei quaccheri nella seconda
metà del 700 sorsero le prime carceri nel senso moderno del termine. Il loro
nome, penitentiary houses Spiega la finalità di tipo spirituale e religioso che
ispirò la realizzazione: permettendo a recluso l'espiazione delle proprie
colpe, attraverso l'isolamento e la pratica quotidiana del lavoro.
Nel corso del diciannovesimo secolo i modelli carcerari statunitensi si diffusero rapidamente in tutta Europa. Secondo Foucault, Con la nascita delle prigioni moderne si assiste a una nuova modalità di punizione, quella della tecnologia disciplinari, il cui scopo era di controllare e sorvegliare il detenuto attraverso la definizione rigorosa degli spazi. La stessa struttura architettonica del carcere viene finalizzata a garantire la sorveglianza costante del detenuto favorendo così l’interiorizzazione della punizione.
lì stanza di discipline e di controllo che presiede al
sorgere delle carceri si afferma, secondo Foucault, anche in altre “istituzioni
segregative”: ospedali, manicomi, scuole e caserme.
Ce ne rendiamo conto, se pensiamo alle richieste
contraddittorie che si sviluppano in seno all'opinione pubblica.
l'agente
imputa alle autorità giudiziarie uso limitato o eccessivamente indulgente delle
pene detentive, inoltre manifesta scarsa fiducia nell'utilità sociale del
carcere e della sua capacità di arrecare benefici a chi vi è recluso.
Critiche all'organizzazione carceraria:
- Lamenti di sovraffollamento delle prigioni
- Degrado delle condizioni di vita dei detenuti
- Il regime carcerario è troppo mite
La definizione della funzione sociale carcere rimanda, a due
questioni chiave:
- lo scopo della pena
- la definizione di “criminale”
Per lo scopo della pena è necessario richiamare alcune delle principali teorie:
- le teorie retributive: vedono nella pena la giusta retribuzione del danno causato
- le teorie utilitaristiche: considerano la pena giustificabile dal punto di vista della sua finalità sociale, che può essere definita:
- 1) come forma di neutralizzazione del reo e del pericolo che si rappresenta
- Come dispositivo di prevenzione dei reati
- Come strumento di rieducazione e di recupero sociale dell'individuo
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